Colpita alla testa e poi soffocata, come è morta Serena Mollicone. Le motivazioni della sentenza

Colpita alla testa e poi soffocata, come è morta Serena Mollicone. Le motivazioni della sentenza

Colpita alla testa e poi soffocata. Per i giudici della Corte d’Assise di Cassino è stata uccisa così il 1 giugno del 2001 Serena Mollicone, la ragazza trovata morta ormai quasi 22 anni fa ad Arce.

Le motivazioni

Sono state depositate le motivazioni della sentenza che il 15 luglio del 2022 ha assolto per l’omicidio della 18enne di Arce il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, il figlio Marco, la moglie Anna Maria, e due militari, Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio, e l’appuntato Francesco Suprano a cui era contestato il favoreggiamento.

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Come è stata uccisa Serena

Serena Mollicone “è stata vittima di una condotta omicidiaria commessa da una o più persone”, si legge nelle motivazioni. Questa la dinamica dell’aggressione: “Un’azione contusiva alla testa, nella zona sopraccigliare sinistra a seguito della quale la giovane ha riportato un trauma cranico, produttivo di perdita di coscienza. Successivamente è deceduta per asfissia meccanica da soffocazione esterna diretta”. E’ stata probabilmente soffocata con un sacchetto di plastica chiuso con il nastro adesivo.

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Il perché dell’assoluzione

I giudici dunque motivano l’assoluzione arrivata perché “gli esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata”. Insomma non c’erano abbastanza prove per la condanna. Per la Corte i tasselli dell’accusa “non sono risultati sorretti da sufficiente e convincente compendio probatorio”.

Nuove indagini

Nelle motivazioni i giudici offrono uno spunto per le future indagini. Sarebbero emersi “gravi elementi indiziari dai quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame di soggetti terzi, che sono rimasti ignoti”. I giudici si riferiscono alle  impronte sui dei nastri adesivi che legavano le mani e le gambe di Serena, che non appartengono agli imputati.

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