Bimbo annegato in piscina a Roma, indagati la mamma e i gestori dell’impianto

Bimbo annegato in piscina a Roma, indagati la mamma e i gestori dell’impianto

La mamma del piccolo Adamam Malik Sako, che tutti a Passo Corese conoscevano come “Adamo”, da è formalmente indagata per la morte di suo figlio, il bambino di 3 anni che domenica scorsa ha perso tragicamente la vita nel quartiere Centocelle, a Roma, durante una cerimonia di battesimo festeggiata presso il centro sportivo di via della Primavera, annegando nella piscina della struttura. La 37enne Diabate Hadja Massesse, da oltre 10 anni residente a Fara Sabina con la famiglia, tutta di origine ivoriana, è stata iscritta nel fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura della Repubblica di Roma subito dopo i tragici eventi della sera del 28 maggio scorso. Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, titolare dell’indagine, ha formalmente indagato anche i responsabili del centro sportivo, il presidente e il direttore sportivo dell’Unione Sportiva Dilettantistica Centocelle, che gestisce il centro, per sospette mancanze nelle procedure di sicurezza. Per tutti e tre l’accusa è quella di omicidio colposo, con l’aggiunta, per la mamma del bambino di 3 anni, di omessa vigilanza su minore.

 

Iscrizioni obbligate, per ora, quasi d’ufficio, in attesa che le indagini terminino il loro corso, e che l’esame autoptico eseguito sulla salma del piccolino presso le sale di medicina legale del Policlinico Tor Vergata di Roma, diano eventuali ulteriori elementi ai magistrati capitolini.

 

I quali, per ora, seguono due piste diverse, comunque parallele: da una parte, appunto, le procedure di sicurezza del centro sportivo, in merito alle quali il personale della Asl di competenza hanno già effettuato una dettagliata relazione consegnata alla Procura, al fine di constatare se sulla perimetrazione dell’area piscina fossero state effettuate tutte le accortezze possibili; fondamentali, in questa direttrice, anche le riprese del circuito di videosorveglianza della struttura, già acquisite dai carabinieri della stazione di Centocelle, che guidano l’indagine unitamente ai colleghi del reparto operativo Casilino; sull’altro binario, invece, c’è il controllo della madre sul minore, in merito al quale determinanti saranno invece le testimonianze raccolte sul posto dai militari.

Per quanto riguarda i funerali del piccolo, invece, non appena la salma sarà restituita alla famiglia la cerimonia si svolgerà verosimilmente presso la Moschea di Roma, secondo il rito musulmano verso il quale la famiglia Sako è devota.

 

Paolo Giomi