Dopo la “scomunica” prove di dialogo tra il vescovo Mandara e la Santissima Trinità di Corese Terra

Dopo la “scomunica” prove di dialogo tra il vescovo Mandara e la Santissima Trinità di Corese Terra

A distanza di quasi sei mesi dal decreto vescovile con cui il titolare della Diocesi suburbicaria Sabina-Poggio Mirteto, Monsignor Erensto Mandara (nella foto) con un atto unico nel suo genere, de-istituzionalizzò la compagnia della Santissima Trinità di Corese Terra da ogni effige religiosa ufficiale a causa di non meglio conosciuti – e mai spiegati nel dettaglio – episodi “non conformi” ai dettami della Chiesa, fatto che generò un enorme clamore nell’opinione pubblica di tutto il Comune di Fara Sabina, visto il grande seguito che la compagnia ha dentro e fuori i confini del territorio farense, la stessa Curia mirtense, con nuovo decreto datato 31 marzo, apre ad un nuovo dialogo, incaricando un sacerdote “ad hoc” per ricucire i rapporti con la compagnia stessa.

 

L’incaricato, don Vito Gomelino, già parroco di Magliano Sabina, avrà il compito, si legge nel decreto della Curia, di “avvalersi di tutti gli strumenti necessari per iniziare un percorso di discernimento nella Chiesa e con la Chiesa” nei confronti della Compagnia e dei suoi iscritti e simpatizzanti. I quali, seppure non nominati nel documento, sono direttamente chiamati in causa dal richiamo del decreto all’editto precedente, l’ormai famoso decreto numero 141/2022 che passò agli occhi dell’opinione pubblica come una specie di atto di “scomunica” nei confronti della Santissima Trinità e dei suoi fedeli.

 

La nomina, già in essere, avrà dunque il compito di aprire, di fatto, un canale di dialogo con gli esponenti della Santissima Trinità, che mai, in questi mesi, sono riusciti a confrontarsi con l’attuale parroco delle frazioni di Borgo Quinzio e Corese Terra, don Gianni Dell’Utri, sin da subito mostratosi non incline ad un confronto con gli esponenti della compagnia, la stragrande maggioranza dei quali parrocchiani e assidui frequentatori della  chiesa, almeno fino alla frattura dello scorso ottobre.

 

Una frattura che il Corriere di Rieti raccontò, in anteprima, e che suscitò da subito scalpore, e anche un certo malumore da parte di chi riconosce, da sempre, il grande valore non soltanto religioso ma anche aggregativo della compagnia della Santissima Trinità sul territorio di Corese Terra, Borgo Quinzio e dell’intero Comune. Compagnia che ora avrà formalmente un interlocutore inviato dalla Chiesa con cui tornare a confrontarsi. Se non è un passo indietro, da parte della Curia, è comunque una notevole apertura.

 

Paolo Giomi