Il Piano antenne del Comune nel mirino dell’opposizione, Marinangeli: “Non tutela i cittadini”
L’ultimo consiglio comunale di Fara in Sabina ha visto la discussione, e poi l’approvazione, del nuovo regolamento comunale sulle antenne radio e di telefonia mobile, che arriva a compimento dopo una gestazione lunga e intricata. E alla luce degli ultimi avvenimenti – la realizzazione di un’antenna da parte della Linkem in un terreno privato tra le campagne della parte alta del Comune, che ha visto la sostanziale impotenza dell’amministrazione locale, contraria all’opera – ha visto la necessità di una sua rivisitazione.
Non mancano, tuttavia, le polemiche, esternate dal gruppo consiliare di minoranza di “Noi Fara”, che in una nota critica pesantemente il documento varato dall’amministrazione comunale. “Il regolamento comunale sulle antenne, appena approvato in consiglio comunale, sintetizza in maniera plastica l’amministrazione Cuneo, ovvero il nulla cosmico – tuona il gruppo politico capitanato dal consigliere di minoranza ed ex candidato sindaco, Marco Marinangeli – venti paginette e diciannove articoli che non servono a nulla, poiché la normativa nazionale, con il decreto Semplificazioni di luglio 2020, ha di fatto reso impossibile per i sindaci fare ordinanze per vietare l’istallazione di antenne di telefonia. L’unica cosa che i Comuni possono fare è un regolamento che indichi luoghi specifici sensibili non idonei all’istallazione, ma non possono impedire limitazioni generali di aree. Per fare un esempio – proseguono quelli di Noi Fara – possono indicare una scuola, oppure un ospedale come area non idonea all’istallazione, ma non possono impedire l’istallazione su un intera frazione, e devono indicare una localizzazione alternativa che garantisca la copertura di rete della zona. Di fatto, quindi, l’unica cosa che i Comuni potevano fare manca in questo pseudo-regolamento dell’amministrazione Cuneo. Non esiste infatti, ad oggi, all’interno del regolamento nessun elaborato grafico, planimetria o indicazione precisa di luoghi non idonei e di alternative. Il tutto viene semplicemente demandato ad una futura redazione. Hanno avuto ben 3 anni, ovvero dal decreto Semplificazioni di luglio 2020, per indicare quali siti proteggere e le alternative per garantire la copertura a tutti i cittadini, ma come al solito non sono stati in grado – dichiarano ancora da Noi Fara – attenderemo la prossima installazione di un’antenna, con il solito triste comizio della banda Cuneo e successiva causa legale, ovviamente perdente, i cui costi ricadono sui cittadini”.
Paolo Giomi