L’Abbazia benedettina di Farfa si candida per ottenere il riconoscimento Unesco

L’Abbazia benedettina di Farfa si candida per ottenere il riconoscimento Unesco

L’abbazia di Farfa entra, assieme ad altri 7 monasteri benedettini presenti in tutta Italia, nell’ambizioso progetto che punta, da qui ai prossimi mesi, ad ottenere il riconoscimento dell’Unesco, la prestigiosa organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di tutelare e preservare le eccellenze del pianeta in ambito culturale, scientifico e artistico, di “patrimonio mondiale dell’umanità”.

 

L’idea, le cui basi sono state gettate diverso tempo fa, è entrata nel vivo lo scorso 6 febbraio, quando nel corso di un evento organizzato nella sede dell’Istituto Treccani, a Roma, è stato siglato un vero e proprio “protocollo di intesa” tra le amministrazioni dei Comuni di Subiaco (Roma, Lazio), Cassino (Frosinone, Lazio), Castel San Vincenzo (Isernia, Molise), Rocchetta al Volturno (Isernia, Molise), Civate (Lecco, Lombardia), Sant’Ambrogio di Torino (Torino, Piemonte), Capua (Caserta, Campania), Genga (Ancona, Marche). E appunto Fara Sabina, dimora della storica abbazia benedettina che ogni anno attrae centinaia di turisti provenienti da tutta Italia. E non solo.

 

Nel corso dell’incontro, convocato dal coordinatore nazionale e referente scientifico del progetto, il professor Ruggero Longo, docente alla Scuola Imt Alti studi Lucca, è stato pianificato un piano d’azione che il prossimo marzo porterà alla sottoscrizione di un vero e proprio dossier, composto da azioni comuni e coordinate per sostenere il progetto chiamato “Gli insediamenti benedettini altomedievali in Italia”. Che oltre alle amministrazioni sopra menzionate coinvolge alcune tra le più prestigiose università del Paese.

 

Lo scopo è quello di presentare un piano entro la fine dell’estate al Ministero della Cultura, per far sì che venga coinvolto direttamente nel percorso verso il riconoscimento dell’Unesco, come fatto proprio all’inizio del 2023 per la via Appia, formalmente candidata al riconoscimento. Una strada lunga, e anche tortuosa, ma non per questo impossibile da percorrere, soprattutto in virtù di una messa in rete dei monasteri benedettini che coinvolge più forze, e che mira ad ottenere la “certificazione” dell’Unesco. Un riconoscimento che, da solo, vale non soltanto il massimo del prestigio dal punto di vista del patrimonio storico e culturale, ma anche un incredibile volano per incrementare il turismo su quei territori. Il percorso è appena stato formalmente avviato, si vedrà ora come andrà avanti da qui ai prossimi mesi.

 

Paolo Giomi