A Montenero ripartono gli scavi archeologici nel santuario romano della Dea Vacuna

A Montenero ripartono gli scavi archeologici nel santuario romano della Dea Vacuna

“L’importanza della missione per il nostro territorio è storica e culturale. Se da un lato consente il progresso scientifico sul tema della divinità sabina, dall’altro favorisce lo scambio interculturale tra abitanti di Montenero e studenti”. Dunque, prosegue il sindaco di Montenero, Lavinia De Cola, “l’appuntamento, che oggi si rinnova, suscita sempre più interesse e curiosità tra gli esperti del settore e nella popolazione”. Queste aspettative e premesse per l’imminente ripresa degli scavi archeologici sul sito del santuario romano della Dea Vacuna in località Leone. La campagna, la sesta della serie, verrà realizzata dall’Université Lyon 2, in convenzione col Comune di Montenero e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio area metropolitana Roma e Provincia Rieti. L’avvio giovedì 8 giugno. Sul campo saranno impegnati “una decina di ragazzi, coordinati dal professor Borlenghi, dall’archeologa Marmara e da Motta”. L’attività di indagine sul sito del santuario di Vacuna “rappresenta, ad oggi, l’unica nel Reatino su un luogo di culto dedicato a questa divinità. L’area si sviluppa su una terrazza di circa 1000 m2, dove sono stati rinvenuti numerosi resti di età romana e medievale. Ritrovamenti, tra cui il cippo con dedica alla dea Vacuna, ex voto in terracotta e altri materiali votivi, che hanno confermato l’esistenza di un luogo di culto. Al centro del terrazzamento è visibile un grande edificio a più ambienti di età tardo-repubblicana, con pavimenti a mosaico in eccezionale stato di conservazione. Tale edificio, abbandonato in età imperiale, fu riutilizzato nel III e IV sec. d.C. e tra il IX-XI sec. d.C., come testimoniano le sepolture scoperte, datate con analisi al radiocarbonio”.

Tania Belli