Benedetto XVI, gli affari dello Ior dietro le dimissioni

Benedetto XVI, gli affari dello Ior dietro le dimissioni

Giovedì 5 gennaio i funerali di Benedetto XVI. Per l’occasione, il Corriere di Viterbo pubblica l’intervento di un giornalista, Franco Bucarelli, che l’ha conosciuto da vicino. Nel corso della sua lunga carriera, Bucarelli è stato anche portavoce di Francesco Cossiga presidente della Repubblica e poi del sindaco di Viterbo Giancarlo Gabbianelli.

La testimonianza

I tremila abitanti di Marktl am Inn, il paesino della Baviera dove nacque Joseph Ratzinger, hanno invano sperato che l’illustre figlio della Baviera potesse tornare in patria, per seppellirlo nel piccolo cimitero del paese. Invece, Benedetto XVI riposerà in Vaticano, dove, per 10 anni, ha chiesto di vivere il resto della sua vita, tra le sacre mura che lo facevano sentire “protetto”. Da quale pericolo? Vale a dire, perché si è improvvisamente dimesso? Evidentemente, aveva capito che sul suo capo stava per abbattersi una tempesta interna al Vaticano.

Le dimissioni

Il giorno delle sue dimissioni, il mondo rimase attonito per la sua decisione di scendere dal trono di Pietro. Il papa stesso era imbarazzato nel fornire una spiegazione plausibile per quel gesto clamoroso. La lettera di dimissioni era scritta in latino, ma era piena di errori, circostanza inspiegabile considerato che Joseph Ratzinger era un perfetto conoscitore della lingua ecclesiale. Questo dettaglio mise in allarme tutti i giornalisti vaticanisti. Possibile che papa Ratzinger avesse commesso tali clamorosi errori nello scrivere la lettera che lo avrebbe degradato a papa emerito, come viene chiamato un semplice vescovo in pensione? Il diritto canonico della Chiesa cattolica stabilisce che un uomo, una volta proclamato sacerdote, rimanga tale fino alla sua morte. Anche se ridotto allo stato laicale. Dunque, se si rimane preti tutta la vita, a maggior ragione un papa rimane tale fino alla fine dei suoi giorni. Quello del papa emerito, agli occhi di molti osservatori, è apparso però subito un pastrocchio ecclesiale.

IL FUNERALE DEL PAPA EMERITO

Ritiro in Vaticano

Un altro interrogativo ci tormentò: perché Ratzinger non ha voluto ritirarsi in un tranquillo convento della Baviera, creando un comprensibile imbarazzo per papa Francesco. Eppure, era molto legato alla sua Germania. In uno dei miei viaggi, andai in un paesino della Baviera che si chiama Pendling e dove i fratelli Georg e Joseph stavano ristrutturando una bella casetta, dove, evidentemente, contavano di finire i loro giorni. Poi, l’improvvisa decisione di restare in Vaticano, incurante dell’imbarazzo che avrebbe provocato la scena dell’incontro di due pontefici nei giardini dietro San Pietro. Non ci volle molto a capire che dietro le dimissioni di Ratzinger c’era una viva preoccupazione per la sua sorte appena uscito dalle sacre mura. Anche il più sprovveduto dei fedeli capì che dietro quel gesto non c’era la salute di papa Ratzinger, tanto è vero che ha vissuto altri dieci anni. In Vaticano era subito apparso come un gesto spiegabilissimo, dopo che il papa tedesco aveva ficcato il naso e disposto cambiamenti nella “sacra” banca vaticana che in passato per Calvi, Sindona e la banda della Magliana era balzata sulle pagine della cronaca nera nazionale. Dunque, non c’era dubbio che dietro quelle frettolose dimissioni ci fossero motivi di pressioni, dirette e indirette, sulla testa di un pontefice tedesco, figlio di un gendarme e quindi erede di un amore per la legalità.

La testimonianza di monsignor Georg

Anch’io rimasi colpito da quelle improvvise dimissioni e pensai che forse una vera spiegazione avrei potuto averla da monsignor Georg, fratello maggiore del papa. Partii subito per Ratisbona, dove, in via Ero Luzerngasse, ero già stato per intervistarlo appena suo fratello minore fu eletto Papa. Quindi, c’era già una cordiale conoscenza, che poteva facilitare una spiegazione degli eventi vaticani. Lo trovai ancora sconvolto, anche se ero certo che il Papa gli avesse preannunziato la sua decisione e spiegato i veri motivi che lo avevano indotto a quel gesto.

LA STORICA VISITA A VITERBO E BAGNOREGIO

Monsignor Georg mi accolse cordialmente e mi fece una premessa, cioè quella che lui avrebbe preferito vedere il fratello Joseph non pontefice, con le conseguenti ed innumerevoli responsabilità, ma tranquillo cardinale, pensionato in Baviera immerso nei suoi studi teologici. Poi aggiunse che i cattolici tedeschi hanno sempre guardato con leggera diffidenza il misterioso mondo vaticano. Forse, l’unico riflesso del Protestantesimo tedesco, così rigoroso nei suoi principi. Quando tentai l’affondo finale, chiedendogli quali fossero i veri motivi di quelle sconvolgenti decisioni del fratello, rimase a fissarmi per una decina di secondi poi mi disse: “Non ho ancora capito bene, ma sono preoccupato”. Io sono certo che Ratzinger, per non allarmare il fratello, non gli abbia detto tutta la verità.

Il pronostico del Conclave

Ho conosciuto Benedetto XVI dopo la morte di papa Wojtyla e capii subito che il pontefice polacco, avendo nel suo testamento citato le benemerenze del cardinale Ratzinger, lo aveva automaticamente indicato come suo successore. Allora, per la Rai, corsi in Baviera prima del Conclave e realizzai in soli tre giorni una biografia sonora del futuro Papa in dieci cd. Il quarto giorno dopo la sua elezione, gli presentai quel particolare omaggio radiofonico e lui mi chiese come mai ero sicuro della sua elezione. Risposi che ero napoletano e che il mio popolo è “presbite”, quindi vede molto lontano. Rise molto divertito e quella eccezionale immagine mi accompagnerà per tutta la vita.

Franco Bucarelli

ARTICOLO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 5 GENNAIO