“Messina Denaro a Roma per uccidere Falcone e Costanzo”. La rivelazione del Procuratore generale

“Messina Denaro a Roma per uccidere Falcone e Costanzo”. La rivelazione del Procuratore generale

“Messina Denaro a Roma per uccidere Falcone e Costanzo”. La rivelazione del Procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti, al termine dell’udienza che vede imputato Matteo
Messina Denaro, ritenuto uno dei mandanti delle stragi del ’92 e già condannato in primo grado all’ergastolo: “Messina Denaro partì dalla Sicilia come componente di un sestetto, formato da uomini di rilievo assoluto di Cosa nostra, tra i quali Giuseppe Graviano, per cercare di assassinare Falcone a Roma avendo anche altri obiettivi, quali il ministro Martelli e il giornalista Maurizio Costanzo, missione che poi non andò a buon fine che però è stata riscontrata in tutti i processi”.

Il processo

L’udienza del processo a Matteo Messina Denaro, accusato di essere il mandante delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio è stata rinviata al 9 marzo. Questo per consentire al difensore di essere presente. A deciderlo è stato il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, dopo la decisione del boss di non partecipare all’udienza in videoconferenza dal carcere de L’Aquila a causa della seduta di chemioterapia a cui deve essere sottoposto nel carcere de L’Aquila dove è detenuto dopo la cattura di lunedì 16 gennaio.

MESSINA DENARO, PERQUISITO IL COVO

Il rinvio

Tutto rinviato al 9 marzo: “Sarebbe sicuramente ben gradita la sua presenza – ha aggiunto Patti – soprattutto se fosse una presenza non muta, ma parlante. Questo è l’auspicio che molti degli addetti ai lavori fanno, però sono discorsi, ora come ora, da bar”.

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