Morto Gianluca Vialli. Carriera, vittorie, la nazionale e la malattia

Morto Gianluca Vialli. Carriera, vittorie, la nazionale e la malattia

Morto Gianluca Vialli. Carriera, vittorie, la nazionale e la malattia. L’ex calciatore si è spento nella clinica londinese dove era ricoverato per un tumore al pancreas. L’aggravamento delle sue condizioni lo aveva spinto il 14 dicembre a lasciare il ruolo di capo delegazione azzurra, per concentrarsi sulla lotta al cancro. L’ultima gioia la vittoria dell’Europeo a Wembley nel 2021, condivisa con l’amico di sempre, il ct della Nazionale Roberto Mancini. Si è spento il 6 gennaio.

Calcio in lutto

Calcio italiano e il mondo dello sport sono ancora in lutto. A poche settimane dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, arresosi a una forma aggressiva di leucemia il 16 dicembre scorso, e la morte il 29 dicembre di Pelè, o Rei, a 82 anni, si è spento oggi in una clinica di Londra Gianluca Vialli.  Pochi giorni fa aveva annunciato alla Figc la sua assenza da capo delegazione dell’Italia (incarico assunto nel novembre 2019 al posto di Gigi Riva) in vista delle gare del 2023 valide per le qualificazioni all’Europeo 2024.

Carriera

Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e Italia. Sono state queste le maglie con le quali Gianluca Vialli si è affermato ad altissimi livelli rientrando nella cerchia molto ristretta di calciatori (unico attaccante) che hanno vinto tutte le principali competizioni Uefa per club. Nato a Cremona il 9 luglio 1964, debutta tra i prof con la maglia grigiorossa in serie C nella stagione 1980-1981. Nel 1984 passa alla Sampdoria di Paolo Mantovani, che attorno ai gemelli del gol Mancini- Vialli costruisce una grande squadra, protagonista di quegli anni in Italia e in Europa. Con la maglia blucerchiata rimane 8 stagioni totalizzando 328 presenz.

Vittorie

Ricco il palmares: scudetto, Coppa delle Coppe, 4 Coppa Italia, Supercoppa italiana, una finale di Coppa Campioni persa al supplementare a Wembley contro il Barcellona di Ronald Koeman, sua ultima apparizione in maglia Samp. Quindi passa alla Juventus di Baggio e Ravanelli (e poi di Del Piero), dove rimane per quattro stagioni con Trapattoni e poi con Lippi alla guida totalizzando 145 gare e 53 reti. Anche in questo caso ricco il palmares: scudetto, Champions League, Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa italiana.

PREMIO MANLIO SCOPIGNO CONSEGNATO A COLA

In Inghilterra

Nella stagione 1996-1997 approda al Chelsea, dove con Gianfranco Zola e Roberto Di Matteo forma un trio italiano di altissimo livello. In panchina c’è Ruud Gullit, che nel febbraio 1998 proprio a causa di dissidi con l’azzurro, si dimette e la società promuove nel ruolo di allenatore-giocatore proprio Gianluca Vialli che con la squadra inglese totalizza 78 gare e 40 gol da giocatore (più quasi due stagioni poi da allenatore), portando nel suo personale palmares Coppa delle Coppe, Supercoppa, Coppa d’Inghilterra, Coppa di Lega inglese.

La malattia

Come Mihajlovic, infatti, Vialli ha sempre affrontato a viso aperto la sua malattia. Ad Alessandro Cattelan che lo aveva intervistato lo scorso marzo, si era lasciato andare ad alcune confessioni: “Io ho paura di morire. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire. Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita”. Ecco, quell’abbraccio misto a lacrime con il suo amico di sempre nonchè compagno di campo, il ct Roberto Mancini, a suggellare il successo della Nazionale agli ultimi Europei, è stato uno di quei momenti di un’intensità commovente, per cui davvero vale la pena vivere.

Minuto di silenzio

Per ricordare Gianluca Vialli la Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana.

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